“L’Uomo che Coltivava Conchiglie – Autobiografia di un Giornalista”

L'UOMO CHE COLTIVAVA CONCHIGLIE _ Libro

“Caro Gigi, Carlo Levi diceva che il futuro ha un cuore antico. Spesso tu mi hai chiesto: chi eravamo? Poi il tempo fuggiva sempre, e forse non ho mai saputo essere esauriente. Così ti ho scritto queste note. […] Più che una memoria, è un lungo racconto che attraversa sessant’anni di vita.”

Comincia così il libro che Cesare Roccati scrive per raccontare al figlio la sua vita – «vissuta con tanta gente e come tanta gente». Una memoria personale – l’infanzia di provincia, la vita nel dopoguerra a Chieri, 12.000 abitanti e 12 chiese, la varia umanità del caffè di paese, – e una storia collettiva – la Fiat, l’autunno caldo, la Gazzetta del Popolo, l’autogestione, il sindacato, La Stampa, l’arte – con lo sguardo sempre rivolto all’altro, a chi con lui ha fatto o a chi con lui ha assistito a quanto accadeva. Dopo una vita spesa nelle redazioni dei giornali, sul fronte dell’economia, l’uomo che coltivava conchiglie era tornato tra le sue antiche colline, col passo lento di di chi conosce la terra, per modellare legno da dipingere e trasformarlo in un’avventura, in una denuncia o nelle pagine di un giornale immaginario.

«In queste pagine tutto è vivo e palpitante perché scritto con amore: l’amore di Cesare per la vita e per gli altri. Straordinaria è la galleria di figure che animano il racconto: amori – quelli per Luciana e per Gigi innanzitutto – amici, colleghi, incontri occasionali. Di ciascuno Cesare ci offre un ritratto fulmineo, spesso memorabile, frutto di uno sguardo comprensivo, mai giudicante, capace di cogliere in ogni persona lo specifico umano, l’affascinante singolarità.» Luigi Ciotti

Il libro è stato curato da Gigi Roccati, la prefazione firmata da Luigi Ciotti. Con i contributi di Marco Zatterin, Olga Gambari, Luciana Santaroni.

La storia di Cesare Roccati (1942-2008) è una storia di giornalismo, etica e libertà che attraversa la seconda metà del Novecento, dall’autunno caldo della Torino industriale di fine anni Sessanta al giornalismo d’inchiesta della Gazzetta del Popolo, il primo giornale d’Italia. Nel 1974 arrivò l’esperienza unica dell’autogestione che Roccati guidò insieme ai giornalisti e ai lavoratori del quotidiano. Da metà degli anni Settanta si spostò alla redazione de La Stampa, a capo delle pagine economiche. Presidente dell’Associazione Stampa Subalpina poi Presidente dell’Ordine dei Giornalisti si è sempre impegnato per le fasce più deboli del giornalismo e soprattutto dei giovani.

PRESENTAZIONE IN ANTEPRIMA al SALONE DEL LIBRO DI TORINO

Spazio Autori giovedì 10 MAGGIO ore 18.30

 

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